domenica 9 gennaio 2011

Filosofia "de vita" secondo G.Gioacchino Belli... ovvero ce sò preti e preti, peccati e peccatori.

Er confessore de manica larga 1

Doppo morta mi’ madre, io da zitella
fascevo le mi’ sante devozzione 2
da un certo Padre Bbiascio 3 bbennardone, 4
che mm’annava 5 inzeggnanno 6 st’istoriella.

Me disceva accusí: «Ffijja mia bbella,
trall’opere cattive e cquelle bbone
bbisoggna abbadà bbene all’intenzione,
pe nnun confonne 7 mai questa co quella.

Ecco, pe ssemprigrazzia, 8 io te do un bascio.
Si 9 ttu lo pijji per offenne 10 Iddio,
questo, fijja, è peccato; e vvàcce adascio. 11

Ma ssi ttu nner pijjatte 12 er bascio mio
vòi dà ggusto ar Ziggnore e ar Padre Bbiascio,
pijjelo, 13 fijja, e ffa’ ccome facc’io».
1° novembre 1833


1 Ciò vuol dire «indulgente»; ma qui è un quietista. 2 Fare le divozioni, vale: «accostarsi alla penitenza e
all’eucaristia». 3 Biagio. 4 Bernardone, di S. Bernardo. 5 Mi andava. 6 Insegnando. 7 Per non confondere. 8 Exempligratia.
9 Se. 10 Offendere. 11 Vacci adagio. 12 Nel pigliarti. 13 Piglialo.

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